#48
GLI
EREDI DI HULK
PARTE SECONDA
REAZIONI
1.
La
ragazzina dai capelli rossi si sveglia e per prima cosa si guarda le braccia
ancora magre e di un desolante color rosa. Sbuffa e salta giù dal letto. Si
concentra, serra le labbra, stringe i pugni, perle di sudore le scendono dalla
fronte ma nonostante i suoi sforzi nulla accade.
-Maledizione!-
esclama in preda alla frustrazione.
Il suo nome è Lyra ed ha 15 anni anche se
tecnicamente non è ancora nata e non è nemmeno ancora certo che nascerà, non in
questa linea temporale almeno.
Confusi? Potrebbe essere
comprensibile ma solo fino ad un certo punto visto che questo mondo ha già
conosciuto un discreto numero di viaggiatori temporali alcuni dei quali hanno
perfino scelto questo tempo e questa linea temporale come loro dimora
permanente.
Del
resto come si può biasimarli? Il futuro da cui provengono è di solito del tipo
che chiamare distopico verrebbe definito in retorica delicato eufemismo,
proprio come il futuro da cui proviene Lyra in cui la separazione dei sessi
teorizzata e vagheggiata da certe femministe radicali è divenuta realtà ma
invece di portare l’utopia ha portato il disastro. Maschi e femmine non solo
vivono in comunità completamente separate dove le relazioni tra sessi diversi
sono proibite, anzi, nemmeno concepite, e la riproduzione avviene per via
esclusivamente artificiale, ma sono impegnate in una costante guerra di
reciproco annientamento.
Lyra è un’anomalia perché sua madre,
la guerriera Thundra, l’ha concepita alla vecchia maniera, diciamo così,
assieme a Hulk durante un viaggio in quello che per lei era il passato, lo
stesso in cui si è ritrovata intrappolata Lyra.
Mentre si veste e si prepara ad
affrontare una nuova giornata sperando che i poteri tramessile dal DNA del
padre tornino presto, la sua mente torna alla sera precedente.
Suo padre era sceso nel cratere accompagnato da alcuni di quelli del
Pantheon tra cui Ulisse, Ettore e Cassiopea. Si era mosso in modo insolitamente
delicato, vista la sua massa, sulla superficie vetrificata ed aveva, con
altrettanta delicatezza, preso tra le braccia la donna che giaceva sul fondo.
-È viva - aveva annunciato balzando poi
fuori dal cratere con un solo balzo.
Pochi minuti dopo era a
bordo dell’aeronave del Pantheon ed adagiava Angela Lipscombe su una lettiga.
-I segni vitali sembrano stabili.- disse -Non sembrano esserci danni
fisici evidenti ma ne sapremo di più da esami più approfonditi.-
-Al Quartier Generale del Pantheon abbiamo tutto quello che serve,
compreso medici qualificati.- disse Ulisse.
-E allora non perdiamo tempo.-
Ci vollero solo pochi
minuti per scaricare la Dottoressa Lipscombe, portarla in infermeria e
sottoporla con urgenza a tutti gli esami necessari. Mezz’ora dopo Hulk poteva
leggere i risultati e rilassarsi.
-Torno a Base Gamma.- disse infine.
-Io, invece, rimango qui con lei.- ribattè Leonard Samson.
-D’accordo. Tienimi aggiornato sulle sue condizioni.-
È solo dopo che erano
rientrati a bordo e l’aeronave era ripartita alla volta del New Mexico che Lyra
si era rivolta a Banner:
-Papà, quando ritorneranno i miei poteri?-
-Ci vorrà del tempo, ma non so dirti quanto.- aveva risposto lui -Forse
poche ore, forse un giorno intero. Non ne sono sicuro. Devi avere pazienza.-
La
stessa cosa che le ha detto quando l’ha incontrata nel corridoio pochi istanti
fa assieme ad un’altra cosa decisamente più sconvolgente.
-Che vuol dire che
devo andare a scuola? - esclama ancora Lyra -Io non ho bisogno di nessuna
scuola.-
-E invece sì.-
ribatte, deciso, Bruce -Hai bisogno di interagire con altri ragazzi e ragazze
della tua età, solo così potrai integrarti a dovere nella nostra società così
diversa da quella a cui eri abituata… senza contare che hai comunque bisogno di
completare adeguatamente gli studi.-
-So già tutto quello
che mi serve sapere. A Femizonia si diventa donne e guerriere molto presto -
-Qui non siamo a
Femizonia, non ancora almeno e probabilmente mai, quindi tu farai come ti dico.-
-Non puoi decidere
per me.-
-Oh sì che posso. Tu
sei minorenne ed essendo tua madre introvabile, io, che sono tuo padre, come
non manchi mai di ricordarmi, ho l’autorità legale per decidere del tuo
futuro.-
-Non è giusto!-
sbuffa Lyra battendo i piedi.
-La vita non è quasi
mai giusta, bambina… e questa è solo la prima lezione che ci dà.- ribatte,
sorridendo, Bruce Banner.
2.
La
Dottoressa Katherine Waynesboro è una donna giovane ed attraente, ha i capelli
neri, occhi castani, fisico slanciato, niente affatto mortificato dal camice da
laboratorio che indossa sul lavoro.
Kate Waynesboro è una scienziata
specializzata in fisica nucleare, laureatasi con il massimo dei voti ed ha un
curriculum accademico e lavorativo di tutto rispetto, per questo Bruce Banner
l’ha scelta come capo dell’equipe scientifica della Base Gamma.
Kate
Waynesboro è anche una donna con un segreto, uno di quelli che spera che l’uomo
grande e grosso dalla pelle verde per cui lavora non scopra mai o almeno il più
tardi possibile.
Come ogni giorno si sveglia di buon
mattino nel suo alloggio privato nella Base Gamma e si dedica alla solita
routine del post risveglio.
Vestitasi
con una semplice camicetta bianca, una gonna azzurra, niente calze e scarpe
nere quasi senza tacchi, Kate si reca in laboratorio. È la prima ad arrivare ed
è sola. Meglio così.
Accende
lo schermo doppio collegato ad un microscopio elettronico ad alta risoluzione
che pochi laboratori pubblici e privati nel mondo possono vantare ed ad uno
spettrometro di massa altrettanto avanzato, la sua mente vaga verso gli
avvenimenti della sera precedente…
-Io per oggi, ho finito, Dottoressa, viene anche lei?-
Kate sollevò lo sguardo
dal microscopio e si volse verso l’uomo che aveva parlato: Igor Drenkov era uno
scienziato di origine russa che aveva lavorato come spia del suo paese natale e
si era reso responsabile, sia pure involontariamente, della nascita di Hulk.
Kate non si fidava di lui e gli rispose distrattamente:
-Io rimango ancora per un po’. Ci vediamo domani, Dottor Drenkov.-
L’uomo sembrò esitare un
attimo e Kate temette che volesse tentare un qualche approccio. Aveva notato
come la guardava spesso: praticamente la spogliava con gli occhi, un vero
porco. Si preparò ad opporre un cortese ma fermo rifiuto poi Drenkov mormorò:
-A domani.-
Kate attese che fosse
uscito, poi si assicurò che le porte del laboratorio fossero ben chiuse, quindi
attivò un congegno sul suo orologio e con voce chiara disse:
-Qui Agente Waynesboro per Direttore Fury. La trasmissione avviene su un
canale sicuro.-
<<Non c’è bisogno di essere così formali, Kate.>> rispose il
Direttore dello S.H.I.E.L.D. Nick Fury il cui volto riempiva ora uno schermo
che aveva preso il posto del normale quadrante dell’orologio
<<Novità?>>
-Bruce… voglio dire: Hulk… è appena tornato dal Nevada e mi ha lasciato
dei campioni da analizzare. Vengono da un sito…-
<<… dove si è verificato un fenomeno di origine sconosciuta che ha
fatto impazzire i sismografi ed i misuratori di radiazioni della zona. Gli
esperti di quasi tutte le agenzie governative della Nazione, per tacere dei
nostri, sono lì, dove c’è un cratere di sabbia mutata in vetro che sembra essere
stato creato da un'esplosione termonucleare al suolo.>>
-Solo che non c’è stata nessuna esplosione e nemmeno emissione di
radiazioni.-
<<Già. Banner è forse l’unico che potrebbe capire cos’è
successo.>>
-Credo che abbia già un’idea ed aspetti solo che io gliela confermi.-
<<Qualunque cosa sia, trasmetti i risultati anche a noi e non
farti scoprire, ragazza.>>
Fury interruppe la
comunicazione ed il display dell’orologio riprese la sua normale
configurazione. Kate rimase pensierosa a farsi mille domande senza risposta.
Un
ronzio insistente la riporta alla realtà. Lo spettrometro di massa ha appena
terminato il suo lavoro. Un click del mouse e sullo schermo appaiono i
risultati: una serie di dati che ad altri sarebbero apparsi incomprensibili ma
che per lei sono chiarissimi.
-Incredibile!-
esclama Kate -Se era questo che Bruce si aspettava, ha avuto ragione.-
Ha il tempo di fare tutto quello che
deve: scarica i dati in un dispositivo incorporato nel suo orologio poi
comincia a stampare.
3.
Valerie
Jessup e Gabriel Jones sono gli ultimi ad entrare nella sala riunioni della
sede del F.B.S.A. di Los Angeles e sono accolti da uno sguardo severo di
Victoria Hand, vestita di con un impeccabile tailleur gessato nero, che si
aggiusta nervosamente gli occhiali dicendo in tono gelido:
-È in ritardo di
cinque minuti, Agente Speciale Jessup. Spero che abbia una buona giustificazione.-
-Io… - replica
Valerie -… mi sono svegliata tardi, mi dispiace.-
-Che non accada più.
Mi aspetto la massima efficienza e puntualità da ogni membro della mia squadra.
Se non è in grado di garantirle, forse le conviene richiedere il trasferimento
ad un altro incarico.-
-Non la stai facendo
troppo tragica per un banale piccolo ritardo, Vicky?- interviene Isabelle
Hartley.
-Nessuno ha chiesto
il suo parere, Vice Comandante Hartley. Non
interferisca in faccende che riguardano solo l’F.B.S.A. e non lo S.H.I.E.L.D.-
ribatte, dura, Victoria.
-Se la mette, così,
Agente Speciale Supervisore Hand, non dico altro… ma sbaglia.-
-Ha ragione lei,
Vicky, e lo sai.- dice Sandra Verdugo appoggiata al tavolo -La stai facendo
troppo grossa per un piccolo ritardo. La povera Valerie non se lo merita.-
Victoria Hand avvampa e sibila:
-Agente Speciale
Verdugo…-
-Sì?- replica l’altra
con il suo solito sorriso insolente.
-Nulla.- dice infine
Victoria -Passiamo al lavoro.-
-Concordo.-
interviene Clay Quartermain, Capo della cosiddetta Squadra Gamma dello
S.H.I.E.L.D. -In fondo siamo qui per discutere di quel che è successo ieri e
non delle nostre faccende private, giusto?-
-Giusto.- ammette a
denti stretti la Hand.
-Ottimo, allora
possiamo cominciare.
Il biondo agente sfoggia il suo
famoso sorriso a 32 denti e con lo sguardo passa in rassegna gli uomini e le
donne davanti a lui, alcuni in uniforme, altri in borghese ed alla fine il suo sguardo
si ferma su Sandra Verdugo.
-Ho alcune domande
per lei, Agente Verdugo.- dice con voce risoluta.
-Per me?- ribatte la
giovane donna -Sono lusingata.-
-Non sono certo che
la penserà ancora così tra poco.-
Clay fa un gesto e sullo schermo
alle sue spalle appare la foto di un uomo sui vent’anni, capelli e baffetti
scuri in tenuta da battaglia dei Marines.
-La mia prima domanda
è…- continua Clay -… quali sono i suoi rapporti con Brian Talbot?-
C’è
una specie di ronzio nel corridoio poi, praticamente dal nulla, si
materializzano tre figure femminili. Non si tratta di donne qualunque e questo
è evidente al primo sguardo. A guidarle è una gigantessa dalla pelle color
smeraldo che indossa una calzamaglia nera sbracciata e sgambata con una
profonda scollatura. Immediatamente dietro di lei, sulla destra c’è una donna
dal fisico snello che indossa un corpetto blu che le lascia scoperto l’ombelico
ed un paio di pantaloni dello stesso colore, la pelle è dorata ed i capelli
corti e ramati sul suo volto un sorriso poco rassicurante. A sinistra si trova un’altra
donna dall’aspetto decisamente inumano che indossa anche lei una calzamaglia ma
viola, la sua pelle ed i capelli hanno un colore brunastro, il volto è del
tutto privo di lineamenti e gli occhi non hanno pupille visibili.
-Seguitemi.- ordina
la donna verde -Quello che stiamo cercando è là in fondo.-
Betty Ross lancia un’occhiata alle
sue compagne e può solo augurarsi che tutto vada come previsto. Sono nei
sotterranei di una base governativa superprotetta ma che loro hanno violato
senza problemi. Deve ammettere che Sam[1]
sa il fatto suo.
Raggiungono una porta blindata.
Nessun guardiano per ora ma è inevitabile che arrivi tra poco, quindi è meglio
non perdere tempo.
Usando un dispositivo datole dal
Capo, Betty disattiva il blocco della serratura e la porta si spalanca
rivelando una serie di contenitori criogenici. Il loro obiettivo, quello per
cui sono venute sin qui.
-Ed ora…- dice -…
passiamo alla seconda fase.-
Sandra Verdugo sbatte gli occhi, si
morde le labbra e tace.
-Sto ancora
aspettando una risposta, Agente Speciale Verdugo.- la incalza Clay Quartermain.
-La sai già la
risposta, non è forse vero?- replica, infine, Sandra.
-Vero…- ammette,
quieto Quartermain -… ma avrei preferito che fossi tu a darla ai tuoi compagni
di squadra, Sandra.-.
Il tono colloquiale assunto adesso da Clay non
è meno incisivo. Sandra fa uno dei suoi famigerati sorrisi e ribatte:
-Sei più bravo di me
nel raccontare, vai pure avanti tu.
-Come desideri -
Sullo schermo alle spalle di Clay
appare una foto che mostra alcuni uomini e donne in tenuta militare mimetica
con le armi in pugno ed in posa.
-Questa era la
Squadra Speciale Interforze di intervento rapido denominata Strikeforce Alpha..
Solo quattro di coloro che vedete in questa foto sono ancora vivi: l’allora
Sottotenente Brian Talbot dell’Aviazione, il Sergente Alejandra Verdugo dei
Marines, il Sottufficiale di Seconda Classe Katherine Glover della Marina.- un
puntatore sullo schermo indica una giovane afroamericana -Il Soldato Scelto Rona
Philips, anche lei dell’Esercito. Immagino che vi
interesserà sapere che sia Brian Talbot che Rona Philips
erano due dei mostri gamma che abbiamo affrontato e che sono prigionieri in
questo posto. Informazione ancor più interessante è che anche la nostra Agente
Verdugo ha dimostrato di avere capacità non comuni.-
Eccoci
arrivati al punto, pensa Sandra sospirando. Prima che possa replicare qualcosa
interviene Victoria Hand:
-Conoscevi quei due e
non ci hai informato?-
-Non potevo
riconoscerli in quelle forme e solo ora ho capito chi sono.- si giustifica
Sandra.
-Torneremo su di loro
più avanti.- taglia corto Clay -Ciò che ci interessa adesso è che i membri
sopravvissuti del team furono tutti sottoposti a valutazione psichiatrica. Una
procedura standard prima di farli rientrare in servizio ma non era quello il
solo motivo.-
No,
pensa Sandra, decisamente no.-
4.
Il gigante dalla pelle verde che il
Mondo conosce come Hulk è seduto nel suo studio privato nella cosiddetta Base
Gamma nel Nevada, su una poltrona costruita apposta per contenere la sua mole
considerevole, e riflette. Fissa lo schermo di un computer e ripensa ad una
conversazione tenuta in videoconferenza solo poche ore prima..
L’uomo che era appena apparso sullo schermo aveva i capelli bianchi alle
tempie ed indossava un costume blu con i bordi neri ed il numero 4 iscritto in un
cerchio bianco sul petto. Quando parlò la sua voce aveva un tono calmo ed al
tempo stesso autorevole:
<<Devo ancora completare l’analisi dei dati e dei campioni che mi
hai inviato, Bruce, ma da quel che ho già potuto vedere, direi che la tua
ipotesi sulla dislocazione spaziotemporale potrebbe essere esatta.>>
-Ti ringrazio Reed.- replicò Banner -La tua consulenza è sempre
preziosa.-
Reed Richards, Mr.
Fantastic, leader dei Fantastici Quattro, abbozzò una specie di sorriso e
ribatté:
<<Ti ringrazio ma in realtà non ne avevi bisogno: tra di noi sei
tu il maggiore esperto in radiazioni… quelle gamma in particolare.>>
-Ma tu sei forse il maggior esperto di energie cronali.-
<<Ce ne sarebbe anche un altro, quasi certamente ancora più
esperto ma…>>
-… ma ci sono più buone ragioni per non coinvolgere in questa faccenda
il Dottor Destino di quante ce ne sarebbero per chiedere anche il suo parere,
lo so, Reed.- conclude Hulk -In quanto tempo pensi di poter completare le
analisi?-
<<Se Annihilus non fugge dalla Zona Negativa per tentare di
invadere la Terra, direi meno di un paio d’ore.>> risponde Mr. Fantastic.
-Ti ringrazio ancora Reed ed aspetto tue notizie.-
Le
due ore sono quasi passate ormai e Reed è di solito un uomo di parola. Se non è
stato rallentato da qualche emergenza, le sue risposte dovrebbero arrivare da
un momento all’altro. Qualcuno potrebbe pensare che sia stato un azzardo per un
aspirante conquistatore del mondo chiedere l’assistenza di un supergruppo che
gli aspiranti conquistatori del mondo è abituato a sconfiggerli prima di
colazione ma in un certo modo Richards è un ingenuo e non ha modo di sospettare
i suoi obiettivi a lungo termine.
Improvvisamente la porta si spalanca
ed entra, trafelata, una donna dai capelli neri che indossa un camice bianco da
laboratorio.
-Che succede, Kate?-
le chiede senza scomporsi.
La Dottoressa Katherine Waynesboro
gli porge dei fogli e replica:
-Scusa, Bruce, ma ho
pensato che volessi vedere i risultati di persona invece che su uno schermo.-
Lui dà una rapida lettura ai fogli
ed un sorriso gli si dipinge sulle labbra. Alla fine esclama:
-Ottimo! Ora, se solo
arrivasse anche la risposta di Richards…-
Un ping dal computer lo informa che
la risposta in questione è appena arrivata. Bruce apre la mail e vede che con
l’allegato c’è un messaggio di accompagnamento:
“Annihilus è tranquillo ma Blastaar ci sta dando dei guai.
Se hai delle perplessità, ci sentiamo quando io e gli altri saremo tornati
dalla Zona Negativa.”
Reed non si smentisce mai, pensa
Bruce con un sorriso. Ha detto: “quando” e non “se” saremo tornati.
Apre gli allegati e ne legge il
contenuto.
-Ottimo!- esclama
soddisfatto -Anche Reed conferma la mia iniziale ipotesi.-
-Ma resta comunque
ancora solo un’ipotesi.- interviene Kate -Mancano ancora riscontri empirici.-
-Ma arriveranno,
Kate. È proprio il caso di dire che è solo questione di tempo.-
Bruce si alza di scatto e la fissa
pensieroso, poi pone le sue grandi mani sulle sue piccole spalle e le dice:
-Devo chiederti un
favore, Kate.-
5.
Rick
Jones rientra alla base Gamma e dal garage sotterraneo, prende l’ascensore e
raggiunge i piani superiori. Quando alla fine entra nell’ufficio di Bruce
Banner ha quella che probabilmente è la più strana sorpresa della sua vita:
Lyra, la figlia di Hulk e Thundra, è in piedi nella forma umana ed è vestita
con una camicetta bianca di raso, giacca blu di velluto, gonna di tartan lunga
fin sopra il ginocchio e calzettoni. La sua espressione è decisamente poco
soddisfatta, per usare un eufemismo. Nella stanza assieme a Bruce c’è anche la
direttrice dei laboratori della base: Katherine Waynesboro.
-Ciao Rick.- lo
saluta allegramente Bruce -Bentornato tra noi.
Kate Waynesboro lo saluta a sua
volta e Rick, sempre più perplesso chiede:
-Che cosa sta
succedendo qui?-
-Lyra si sta provando
l’uniforme della St. Gabriel Catholic High School di Santa Fe dove andrà
presto. L’ho iscritta ai corsi estivi che cominciano la settimana prossima.-
risponde Bruce.
-Sul serio? E tu che
ne pensi, Lyra?-
-Che è un’idea
stupida.- risponde lei -Chi ha bisogno della scuola?-
-La pensavo anch’io
così alla tua età, poi ho cambiato idea.-
-Perché?-
-Troppo lungo e
complicato da spiegare.- replica Rick -Carino il vestito, comunque.-
-Odioso. Non capisco
cosa non andasse nella mia tuta da battaglia e perché devo portare questa
stupida gonna.
-Trattala con
rispetto. È il tartan del Clan Banner disegnato appositamente da Janet Van Dyne
su mia richiesta.- ribatte Bruce, non si capisce se seriamente o scherzando.
-E da quando esiste
un Clan Banner?- gli chiede Rick.
-Da quando l’ho
deciso io.-
-Ah, ok.- commenta il
giovanotto abbozzando un sorriso ed allargando le braccia poi si rivolge ancora
a Bruce -Mi sorprende che alla scuola non abbiano fatto storie all’idea di
avere tra le loro allieve la figlia di Hulk.-
-Per questo l’ho
iscritta con il nome di Marjorie Bruce.- spiega l’altro con un sorriso
divertito -E Kate ha gentilmente accettato di fingersi sua madre: Mrs. Isabella
Bruce.-
-Bruce è un vecchio
amico, oltre che il mio datore di lavoro, e non potevo non fargli questo
favore.- si schermisce la scienziata.
Oh, ci credo, ci credo, vecchio
amico, certo, che altro? pensa maliziosamente Rick poi dice ad alta voce:
-Una vera e propria
identità segreta, eh? Non so quanto reggerà ma potresti trovarlo perfino
divertente, Lyra.-
-Non credo proprio.-
ribatte lei -E poi, che razza di stupido nome è Marjorie?-
-La versione scozzese
di Margaret.- spiega Bruce.
-Chissà perché ho la
sensazione che nessuno di questi nomi di copertura sia stato scelto a caso.-
commenta Rick.
-Perché è così.-
ribatte Banner senza aggiungere altro.
-Beh, fatemi sapere
quando ci andate che vengo con voi. Lo spettacolo di Lyra in una scuola,
cattolica per giunta, non voglio assolutamente perdermelo.-
La ragazzina gli rivolge
un’occhiataccia e Rick scoppia di nuovo a ridere.
Il luogo è un’installazione
dismessa della DARPA,[2]
da qualche parte nel Sud Ovest americano, ma dovremmo dire: apparentemente
dismessa perché di recente qualcuno l’ha rimessa in funzione.
Il
Brigadiere Generale dell’Esercito degli Stati Uniti Reginald Fortean guarda
l’esoscheletro dorato davanti a lui e si chiede ancora una volta come sia
riuscito Henry Peter Gyrich ad organizzare tutto questo nel più assoluto
segreto.
-Buongiorno, Generale
Fortean, sono felice di ritrovarla qui.-
A
parlare è stata una splendida donna dai lunghi capelli rossi che indossa un
camice bianco da laboratorio sopra un tailleur scuro.
-Buongiorno,
Dottoressa Necker. Vedo che è finalmente tornata. Si era presa una vacanza?-
-Ahimè, no.- risponde
la donna -Ho dovuto recarmi al Progetto P.E.G.A.S.U.S[3]
per risolvere una certa faccenda urgente[4]
ma adesso sono pronta per dedicarmi esclusivamente a lei.-
Se c’è un sottinteso in quelle
parole, Fortean non sembra coglierlo. Serra le labbra, indica l’esoscheletro poi
chiede ancora:
-Davvero è convinta
che quest’affare possa sconfiggere Hulk, qualsiasi Hulk?-
-Tutti i test
indicano di sì, Generale, ma solo un test sul campo potrebbe dare la risposta
definitiva. Se la sente di essere lei a farlo?-
Fortean non esita un istante a
rispondere:
-Non desidero altro
in questo momento.-
Evelyn Necker sorride compiaciuta.
Un’intera ala della Base Gamma è
stata destinata ad alloggio per gli otto alieni noti collettivamente come i
Fratelli di Guerra, tutti sopravvissuti alla distruzione del pianeta Sakaar ad
opera di Thanos, anche se due di loro non sono nativi di quel mondo ma erano
prigionieri destinati a combattere nell’arena come gladiatori. Tutti loro
ebbero una scelta: o perire come tutti gli altri abitanti ed il pianeta stesso
o entrare nella Guardia Imperiale di Thanos e combattere per lui. Scelsero di
vivere, e chi potrebbe biasimarli dopotutto?
Thanos è stato sconfitto e sei di
loro non hanno nemmeno più un mondo a cui tornare. Bruce Banner, l’Incredibile
Hulk, ha offerto loro una valida scelta: essere la sua èlite guerriera, i suoi
pretoriani, per usare un termine terrestre, e loro gli hanno giurato una
fedeltà assoluta e senza condizioni.
Ora sono tutti in quella che era la
palestra della base quando era un’installazione militare e si stanno allenando
in varie forme di combattimento. Caiera è stata appena abbattuta ed il suo
maestro Hiroim le punta la sua lancia alla gola.
-Sei distratta o non
avrei mai potuto sorprenderti così.- dice.
-Hai ragione e me ne
scuso.- ammette a malincuore lei.
-In un vero
combattimento ora saresti probabilmente morta. Sul campo di battaglia i
problemi personali non devono entrare.-
-Lo so.-
-Devo quindi pensare
che glielo hai detto? Come hai reagito?-
-Non ha detto niente.-
-Lo accetterà. Non
può fare altro. Un giorno lui
conquisterà questo mondo ed avrà bisogno di una regina.-
-Ne vorrà una della
sua gente.-
-Siamo noi la sua
gente e tu sei la regina adatta a lui, lo capirà.-
Caiera resta silenziosa.
6.
Angela
Lipscombe scende dal letto e prova a fare qualche passo. Se non altro le gambe
la reggono anche se è ancora debole ed i suoi passi sono ancora un po’ incerti.
Su una sedia ci sono dei vestiti e della biancheria intima pronti per lei,
un’idea di Len Samson sicuramente. Li indossa e quindi lascia l’infermeria.
Nessuno la ferma mentre percorre i
corridoi diretta alla sezione scientifica ma anche se qualcuno lo facesse, lei
ha pronta una spiegazione convincente.
Raggiunge un certo corridoio che al
momento è deserto e si ferma davanti ad una porta chiusa. Si guarda intorno per
assicurarsi che non ci sia davvero nessuno in vista, poi appoggia la mano sulla
serratura speciale e gli occhi ad un lettore retinico. Un istante dopo la porta
si apre e lei entra.
Tutto come previsto, pensa
sorridendo mentre ripensa alle parole di Paride:
-Troverai quello che ti serve nell’armadietto centrale. Avrà
un’etichetta rossa.-
-E devo berne tutto il contenuto?- chiese Angela.
Non metteva in dubbio le
parole di Paride, non più. Si era alzata da quella specie di tavolo operatorio
sentendosi piena di energia come mai prima. Non la disturbava nemmeno l’essere
completamente nuda: il pudore era per gli esseri inferiori e lei era forte, la
più forte di tutti.
-Purtroppo sì.- aveva risposto lui -Temo sia inevitabile. L’energia
liberata dall’implosione prosciugherà la tua e dovrai riattivarla. Adesso vai,
è quasi il momento. Non puoi mancare all’appuntamento, lo sai-
Lei fece un cenno
d’assenso e lasciò la caverna uscendo all’aperto Aveva fatto solo pochi passi
che vide il bagliore sprigionarsi in lontananza. Continuò a camminare finché il
bagliore non la raggiunse avvolgendola completamente. Il calore divenne
insopportabile anche per lei ed urlò.
È
successo ieri per tutto il resto del mondo ma una settimana fa per lei. Senza
esitare Angela si dirige all’armadietto, prende la fiala che le è stata
indicata e ne inghiotte il contenuto in un sorso..
-Che stai facendo,
Angela?-
Leonard Samson, ancora in forma
umana e senza superforza, è sulla soglia e la guarda perplesso. Lei non ha
pensato a chiudere la porta dopo essere entrata. È stata stupida ma ormai il
danno è fatto ed è inutile cercare scuse. Se tutto va come deve, Len scoprirà comunque
presto tutta la verità.
-Mi dispiace.- dice
in tono sincero avanzando verso di lui.
Ad ogni passo il suo corpo si
deforma, diventa più grosso, più muscoloso, più forte e cambia colore. I suoi
abiti si stracciano e lei se ne sbarazza come un inutile fastidio.
Len è troppo stupito per muoversi e
riesce solo ad esclamare:
-Non è possibile! Tu
sei… sei…-
-La She-Hulk Rossa,
certo.- completa lei afferrandolo per il collo e sollevandolo da terra come se
fosse senza peso -Ed ora che lo sai, dovrò ucciderti!-
CONTINUA
NOTE
DELL’AUTORE
Stavolta, forse, vale
la pena di spendere qualche parola su ciò che avete appena finito di leggere.
1)
Immagino già le vostre proteste: ci hai
ingannato facendoci perfino vedere la She-Hulk Rossa e Angela Lipscombe insieme
ed ora si scopre che sono la stessa persona. Ebbene, ammetto la mia colpa. -_^
2)
Qualcuno di voi forse lo saprà, ma
Marjorie era il nome della figlia di Robert Bruce, ovvero Roberto I Re di
Scozia, poiché il vero nome di Hulk deriva dal suo, mi è sembrato divertente
che il nome fittizio di sua figlia fosse proprio quello. Naturalmente la sposa
di Roberto I si chiamava Isabella. -_^
Nel
prossimo episodio: un po’ di segreti vengono a galla e finalmente qualcuno si
picchia. -_^
Carlo
[1] Sam Sterns, il vero nome del Capo.
[2] Defense Advanced Research Projects Agency, ovvero: agenzia per i progetti di ricerca avanzata di difesa, agenzia del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti incaricata dello sviluppo di nuove tecnologie per uso militare.
[3] Potential Energy Group/Alternate Sources/United States. Sì lo so che ha poco senso, come quasi tutti gli acronimi che vorrebbero formare una parola di senso compiuto.
[4] Leggete L’Uomo Ragno MIT #103 per tutti i dettagli.